Nella giornata di oggi, a seguito dei primi risultati relativi alle elezioni avvenute ieri in Sicilia, il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha deciso di non confrontarsi più con Matteo Renzi negli studi di La7.
Il dibattito
L’incontro televisivo, che si sarebbe dovuto tenere domani sera 7 novembre davanti alle telecamere del programma Dimartedì condotto da Giovanni Floris, era stato deciso proprio in questi giorni a partire da un’accusa fatta a Renzi proprio da Luigi Di Maio secondo cui l’ex-premier avrebbe fatto un patto con Silvio Berlusconi per spartirsi la Sicilia. Matteo Renzi ha subito ribattuto sottolineando che il candidato premier del M5S cerca di screditare gli avversari politici usando “fake news“. Di Maio ha quindi proposto, altrettanto rapidamente, un confronto televisivo immediatamente accettato da Renzi. In fine, anche la decisione riguardo al programma in cui presenziare è stata avanzata da Di Maio.
Il retrofront
Dopo i primi risultati delle votazioni siciliane Di Maio ha nettamente cambiato idea. E ha giustificato questo retrofront sostenendo che Renzi non può più essere considerato il leader del PD né il candidato premier del partito di centrosinistra e rimandando il confronto a quando sarà nominato un nuovo politico di riferimento per il PD. Il giudizio di Matteo Renzi verso la decisione di Luigi Di Maio non si è fatto attendere: “Oggi Di Maio scappa. Mi spiace pensare che gli italiani rischino di essere guidati da un leader che è senza coraggio. Che ha paura di confrontarsi. Che inventa scuse ridicole. Se un leader che vuole governare l’Italia ha paura di uno studio televisivo, semplicemente non è un leader. Io ci sarò lo stesso e risponderò su tutto, dalla Sicilia alle tasse, dai vaccini alle banche, dall’economia alla politica estera. Se Di Maio ha un sussulto di dignità lo aspettiamo in studio. Altrimenti faremo con i giornalisti. Chi è il leader del PD lo decidono le primarie, cioè la democrazia interna. Non lo decidono le correnti, non lo decide il software di un’azienda privata, non lo decide Di Maio”.
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